25. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su campo medio primo – dispaccio 5 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Primo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Giovedi’ 25 luglio 2013
Dispaccio numero cinque.

Il temporale di ieri pomeriggio ci ha regalato, dopo la notte, un cielo terso e sereno. Davvero fantastico. Personalmente mi ha ricordato una poesia di Rodari che vi incollo:
DOPO la PIOGGIA
di Gianni Rodari
Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede – questo è il male –
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa si che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.

“Che altro dovrebbe fare uno scassinatore secondo voi?”
Vengo subito alla storia
Prima pero’ vi racconto due episodi : la serata dance di ieri sera, davvero una notte fantastica, e il risveglio con caccia alle scarpe.
La serata dance. Molto gradita dai ragazzi e soprattutto rivelatrice di quanto sono emancipati in questo settore della loro vita sociale. La serata si è protratta fin oltre la mezzanotte come si conviene in questi casi. La musica gestita e sparata dal DJ non è comunque stata sufficiente ad allontanare dal Campo le lumache e le volpi. Mo’ ve spiego.
Probabilmente ( siamo già nel racconto del secondo episodio) la pioggia ha risvegliato le lumache che hanno puntato direttamente dentro alle scarpe degli animatori i quali al loro risveglio, scoperta la strana transumanza, hanno ritenuto opportuno provvedere…. . Le scarpe attigue alle tende sono state sparse per tutto il campo e quelle depositate nell’atrio del rifugio sono diventate una palla appesa agli alberi. Si sostiene sia stata opera delle volpi…. che di notte, davvero, girano furtive attraverso il Campo.
Ora la storia. Puntualmente drammatizzata dagli animatori.
Bilbo da buon scassinatore entra nella montagna solitaria, antica citta’ dei nani, e ruba una coppa d’oro dal tesoro sul quale veglia guardingo Smaug, il drago invasore.  Ma tanto Bilbo, grazie all’anello, era invisibile.
La coppa gli serve per convincere gli altri di essere arrivato fino al tesoro.
Poi ritorna dentro per scoprire se il drago ha un punto debole dove eventualmente colpirlo. Grazie all’anello si rende invisibile  di nuovo ma Smaug lo annusa, ne sente l’odore.  ( Noi qui al campo sappiamo bene che anche fossimo invisibili non sfuggiremo mai all’odorato. Venite a passare con noi una notte in tenda e il concetto vi si fissera’ nella mente….). Bilbo e Smaug si scambiano delle opinioni. Non lusinghiere quelle di Smaug nei confronti dei nani. Ciò che comunque è importante risulta nel fatto che Bilbo si accorge del punto debole del Drago, la parte sinistra del petto,  così come aveva un punto debole anche Achille (il tallone) e come hanno un punto debole tutte le cose potenti.
Uscito di nuovo Bilbo si rende conto di aver detto troppo e che forse Smaug ha intuito la tresca tra lui, i nani e gli abitanti di Pontelagolungo.
Thorin esprime il suo desiderio di prelevare anche l’archengemma, una pietra preziosa dalle mille sfaccettature. Intanto Smaug cerca di uscire dal suo covo attraverso il tunnel percorso da Bilbo ma la porta viene chiusa in tempo. Allora si leva in volo verso Fiume Fluente. Bilbo assieme agli altri entrano nel covo lasciato incustodito da Smaug e il nostro eroe di nascosto si mette in tasca l’archengemma.  Per lui è un vizio mettere in tasca le cose, prima l’anello adesso
l’archengemma.
Ma dove è andato Smaug? Sta investendo come una furia Pontelagolungo. La difesa è strenua da parte di Bard e dei suoi ma inutile, finché Bard vedendo il punto debole di Smaug scoperto da Bilbo lo colpisce, da buon arciere, con un dardo e lo uccide.
Ma monta la rabbia contro i nani a causa della distruzione portata da Smaug. Bard e gli elfi marciano contro i nani per farsi risarcire dei danni subiti.
Bilbo e i nani vengono avvisati da un tordo imperiale  della morte di Smaug ma anche della situazione e Thorin cerca aiuto dai nani delle terre settentrionali… A Bilbo la situazione che va creandosi non piace affatto.
Rimette in moto i suoi talenti per l’ultimo sforzo.
Riuscirà il nostro eroe a realizzare ciò che diceva la poesia di Rodari proprio nell’ultima strofa: ” Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra. “?

Che dobbiamo fare noi dei talenti che ci sono stati riconosciuti?
Il vangelo letto alla preghiera del mattino parlava chiaro. Bisogna trafficarli, cioè metterli a a servizio di tutti.
Sono state  in questo senso le attività, gli esercizi e i giochi che ci hanno accompagnato durante la giornata.
Alla fine abbiamo scoperto che mettere a servizio degli altri i nostri talenti porta ad una gioia immensa. E cosa si può volere di più…..?
D’altra parte è proprio vero quello che ci dice la storiella sulla quale abbiamo riflettuto durante una pausa. Racconta di due semi piantati nel terreno assieme. Uno non desiderava altro che esprimere tutte le sue potenzialità e diventare una pianta, ad ogni costo. L’altro non si fidava né di mettere radici né di spuntare dal terreno per paura di essere calpestato. Alla fine passo’ una gallina ruspante e se lo mangio’.  Sen non ci decidiamo di vivere, pur correndo dei rischi, la vita ci sfugge comunque. Sarebbe come stringere sempre più forte nella mano un pugno di sabbia, più stringi e più ti sfugge tra le dita.
Con i talenti abbiamo raffigurato anche un albero classificando le sue radici, il tronco, i rami, le foglie, i frutti con il nome dei talenti. Faccio un esempio: la bontà  è una radice profonda attraverso la quale si raggiunge l’acqua della vita,  la si fa salire attraverso il fusto del servizio per distribuirla ai rami delle azioni buone che portano frutti come l’amicizia, la solidarietà, ecc.
Dopo un breve deserto dove il don ci ha raccomandato di sistemare con ordine nella nostra memoria tutto ciò che di bello abbiamo scoperto per potervi attingere quando il nostro cuore si mette in moto per amore, abbiamo concluso che tutto questo assomigliava all’immagine che Gesù usa per parlare della sua amicizia con noi: “Io sono la vite e voi siete i tralci, chi rimane in me porterà molto frutto”.

Ovviamente l’evento “scarpe” del mattino ha dato avvio a tutta una serie di scherzi collaterali. I gestori preparano ogni giorno il caffè per gli animatori ma oggi nessuno di loro aveva voglia di berlo. Il perché lo hanno scoperto i gestori  stessi ,a loro spese, quando non sapevano se era troppo salato il dolce… o il caffè.
Scherzetto. Anche i ragazzi hanno tentato di dilettarsi in scherzi… Ma gli scherzi bisogna anche saperli fare perché rispondono a regole ben precise, del tipo:
– uno scherzo è bello solo se dura poco,
– gli scherzi bisogna farli alle persone che sono intelligenti e sanno accettarli,
– chi la fa l’aspetti…. ( e chi non la fa si purghi),
– scherzo di mano scherzo da villano,
– qui gladio ferit, gladio perit,
– la “vendetta” va servita a tempo opportuno, ecc. ecc.
Ottima la partita di rito tra animatori e ragazzi, con la vittoria degli animatori grazie al contributo delle animatrici con Anna che ha segnato una doppietta.
Per oggi basta così, ritengo di avervi stancato a sufficienza.

Buona notte.

Il di – spacciatore di Contea.

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Parrocchia di S.M. Bertilla - Spinea

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